domenica 8 gennaio 2012

Scatto Matto - Teatro degli Illuminati, Città di Castello - 8/01/2012


Prendi un teatro del ‘600, uno dei più belli in Umbria, riempilo con 250 persone fantastiche e fiduciose. Immagina una scacchiera e collocala sul palco.

Prendi una manciata di scacchi e tirali (apparentemente) in modo casuale: un pedone con la barba grigia ma delicata come il suo cuore, una voce profonda che ti scava dentro, occhi luminosi e gioiosi come quelli di un bambino; due cavalli, giovani, concreti e innamorati della Vita che hanno caricato sulla loro groppa molti altri giovani con le loro famiglie e li hanno portati al galoppo fuori da una buia galleria che sembrava non avere spiragli di luce; un alfiere con uno sguardo raro da incrociare altrove, spumeggiante, solare e brillante, che parla di un ingranaggio ma che è difficile, fuori dalla scacchiera, immaginarla come una muta corona di tale sistema; una torre, solida quanto profondissima in pensieri e riflessioni, che sorregge e da vita a pulcinella e il gendarme con la loro incomunicabilità comica che fa riflettere; la bella regina, affascinante, misteriosa, che vola come una farfalla delicata donando il suo sorriso alle altre “pedine”; il re cinico, impassibile, presuntuoso e egocentrico tra i quadrati bianchi e neri, discreto, sensibile e piacevole fuori dal freddo schema, capace di emozionarsi durante le prove e di interpretare in modo superlativo il suo ruolo sul palco con i riflettori accesi.

Prendi una magnifica "voce fuori campo" con una limpida anima che ti entra dentro. Introduce, sorregge, prende per mano ogni singola pedina sulla scacchiera e la mente di chi la sta guardando.

Prendi un’altalena, mettici sopra un “matto”, difficile definire se più matto quando si dondola sull’altalena o quando cammina solitario per le vie di Assisi come tra i villaggi indios dell’Amazzonia: un matto che “sa amare, con opere e non (solo) con parole di quelli totalmente a disposizione del prossimo; temerario, appassionato, capace di saltare nel vuoto insicuro, sconosciuto e ogni giorno più profondo della povertà…che non utilizza il prossimo per i propri fini”. Il mio Matto preferito!

Prendi un violoncello e un maestro capace di far vibrare le corde tese di tale strumento come quelle flebili del cuore di chi ha la fortuna di udire le sue melodie.

Prendi dei cartoni, pitturali, montali e smontali sul palco insieme ad altri matti, così da rendere più concreta una scacchiera che a volte ci sembra inafferrabile e ingestibile dalle nostre deboli mani e dai nostri altissimi sogni, ma per questo molto più belli.

Prendi dei fotografi, i migliori fotografi che abbia mai conosciuto: giovani, belli, gentili, disponibili, sensibili, pazienti anche con le richieste più strane e dell’ultimo momento, capaci di emozionare ed emozionarsi con uno scatto. Emblema del: “Altri tipi di giovani esistono, basta cercarli, ascoltarli e comprenderli”…un vero esempio per tutti noi!

Prendi un tecnico luci che in mezz’ora di tempo riesce a calarsi nello spettacolo e segue alla perfezione ogni singola mossa delle pedine. Talmente professionale e preparato da risultare “impagabile” (come tutti gli altri d’altronde!)
Prendi tanti amici che ti aiutano a diffondere “Scatto Matto” ed il suo messaggio intrinseco.

Immagina un gruppo di giovani “nel presente, innamorati di una vita semplice, liberatori del povero, amanti della pace, liberi da compromessi, decisi a non tradire mai, disprezzando le proprie comodità o la propria vita, totalmente decisi per l'abnegazione, capaci di accettare tutti i tipi di incarichi, di andare in qualsiasi luogo per ubbidienza, e nel medesimo tempo liberi, obbedienti, spontanei e tenaci, allegri, dolci e forti”…questi sono (o comunque aspirano a diventare) i Ra.Mi., i miei fratelli, capaci insieme di sognare, pensare, discutere e mescolare magicamente tutti questi elementi insieme e tirarne fuori uno dei più bei spettacoli a cui abbia mai assistito.

Molto più semplicemente…GRAZIE per aver voluto condividere questo folle sogno!